Ed eccoci giunti al secondo appuntamento presso l’Associazione Culturale “Le Muse” all’interno del quale ci siamo confrontati con il tema della Verità. Un tema insidioso e molto ampio, che è stato però affrontato dai partecipanti con grande entusiasmo e voglia di mettere alla prova il proprio pensiero in merito. Siamo partiti, come sempre, da uno spunto condiviso per arrivare a formulare le seguenti domande:
- Tutto ciò che è innegabile è verità? Increduli
- La verità è anche libertà di essere se stessi? Increduli
- La verità è solo un’interpretazione della realtà? Può essere autentica? Autentiche Patacche
- La verità è sempre necessaria? Autentiche
- Verità o bugia, sempre si possono scoprire? Autentiche
- La verità diventa tale solo quando viene recepita da altre persone? Gaudenti
- La verità sempre e comunque? Trio
- La verità può essere intima e non essenzialmente pubblica? Sibillari
- La verità è necessaria, è essenziale nella convivenza di vita quotidiana? Sibillari
La discussione si è animata fin da subito facendo emergere diverse possibili ipotesi legate al concetto di verità.
Verità scientifica: quella della fisica, della matematica, della chimica e delle scienze in generale. Una verità legata all’esperienza, misurabile, ripetibile, controllata con l’esperimento o il ragionamento intellettuale, verificabile. Galileo Galilei parlava di “sensate esperienze e certe dimostrazioni”. Verità oggettiva, ma non assoluta perchè sempre legata al suo contesto di riferimento. Infatti anche le verità scientifiche sono cambiate nei secoli e quindi, pur rimanendo in questo ambito, il concetto di verità scientifica è stato calato nel tempo e colto nel suo dinamismo.
Verità soggettiva: quella che sperimentiamo nella nostra vita di ogni giorno. Verità che dipende dal nostro modo di pensare, di vivere, da ciò che noi riteniamo essere vero. Questa verità è legata alle convenzioni in cui siamo calati e si regola di volta in volta, sulla base della nostre credenze, esperienze e condivisioni con gli altri.
Verità come interpretazione: questa verità mette in luce il desiderio di verità che appartiene alla natura stessa dell’uomo, una disposizione nel domandare inevitabile e incessante che interroga sé e la natura delle cose. Quindi interpretazione come possibile tentativo di accedere alla verità, come risposta alla domanda originaria, che è una richiesta di senso.
Abbiamo anche provato a stilare una sorta di lista delle nostre verità e certezze, eccole:
- certezza è che io esisto
- verità è solo quella autentica e intima
- certezza è ciò che credo
- certezza è il mio vissuto
- verità è consapevolezza
- verità è il coraggio e la libertà di essere se stessi
- certo è ciò che è riconosciuto dalla scienza, altrimenti siamo nel campo delle ipotesi
- di certo c’è che non c’è nulla di certo
- certezza della morte
Ma e la verità assoluta? Quando si parla di verità assoluta si parla di valori universali, inconfutabili e incontrovertibili e pur riflettendoci tutta la sera non siamo riusciti a trovare qualcosa che vi si avvicinasse. Con questo non volevamo cadere in un relativismo estremo, ma mettere in luce un’idea di verità come svelamento, atto dinamico e mai concluso. E forse come diceva Giorello “Io non riesco bene a capire che cosa s’intenda per verità assoluta. Io credo che abbiamo punti di vista sempre più sofisticati e raffinati che si confrontano. Se questi punti di vista arrivassero all’assolutezza e alla perfezione, non avremmo più la ricerca. Io credo che la verità assoluta sarebbe quieta e tranquilla come la pace dei cimiteri. Io invece ritengo che noi viviamo proprio per metterci continuamente in discussione. Quello che ci interessa non è il possesso: è la ricerca.”