IO E IL TEMPO: risorsa o fuga?

Grazie a tutti per aver partecipato al laboratorio di pratica filosofica sul tempo. E’ stata davvero una serata viva e speriamo feconda per tutti i partecipanti, dove ci siamo confrontati con il tema enigmatico del tempo. Enigmatico perché anche se tutti sappiamo di cosa stiamo parlando e ne abbiamo esperienza nella nostra vita di tutti i giorni, cercare di spiegarlo, di raggiungere la profondità di questo concetto o tentare di definirlo, è tutt’altro che ovvio. Dopo aver letto insieme un breve racconto sul tema ecco le domande che sono emerse:

  • Esiste il tempo?
  • Ma l’istante è tempo se non è né prima né dopo? Gruppo Perditempo
  • Come si trova l’equilibrio tra i nostri tempi e i tempi dell’altro? Gruppo Passatempo
  • In che modo l’idea del tempo, che noi sentiamo, è legata a quello che facciamo? Gruppo Cucù
  • Come mai la percezione che abbiamo dello scorrere del tempo è legata al fare?
  • Quando capisci che il poco tempo libero che ci lasciano è speso bene? Gruppo Gea
  • Esiste un modo per trovare un equilibrio nella gestione del tempo? Gruppo Clessidra
  • Il tempo è una realtà oggettiva? Gruppo Ultimo

La nostra riflessione è partita proprio da queste domande e attraverso esse siamo arrivati ad associare il concetto di “tempo” ad un risultato, ad un movimento, ad un passaggio da uno stato ad un altro: ci siamo riferiti per esempio al passaggio dal giorno alla notte, al fatto che in natura tutto nasce, cresce e poi muore, al passaggio da giovane a vecchio, da nuovo ad usurato etc… Abbiamo quindi istituito un legame tra il concetto di tempo e quello di mutamento o cambiamento, che abbiamo poi sviluppato nell’idea che il tempo ci serva come unità di misura della “durata” di un qualcosa, partendo dal suo inizio e arrivando alla sua fine: un evento, un movimento, una passeggiata, la vita di una persona, un’epoca, la durata dell’universo, ecc.

Mentre discutevamo è emerso anche il ruolo del linguaggio e la nostra tendenza a collocare gli eventi su una linea temporale (per alcuni lineare e per altri ciclica), ovvero a riferirci ad un qualcosa di esistente o di esistito o che esisterà. Quindi: passato, presente e futuro. Ma anche questi sono tre concetti particolari, perché se quello che è passato non esiste più, il presente scivola mentre parliamo nel passato e quindi non esiste più e il futuro ancora non esiste, sembrerebbe davvero che il tempo sia inesistente, un concetto che ci sfugge dalle mani come quando stringiamo un pugno di sabbia.

Una possibile risposta che ci siamo dati incarnando, consapevolmente o meno, il caro Henri Bergson, è che esistano due concetti di tempo:

un tempo della scienza: che è il tempo della meccanica, cioè un tempo spazializzato, come il tempo dell’orologio, che è un insieme di posizioni delle lancette su un quadrante. Quindi è reversibile , quantitativo, esteriore, nel senso che ogni istante è indipendente e identico al successivo o al precedente. Possiamo immaginarlo come una collana dove le perle si susseguono tutte uguali, non ce n’è una più intensa o più importante delle altre.

un tempo della vita: che è qualitativo , concreto, è una durata vissuta, irreversibile e nuova ad ogni istante. Viviamo il presente con la memoria del passato e l’anticipazione del futuro. Bergson visualizzava questo concetto con un gomitolo di filo di lana che cresce e conserva se stesso: “il nostro passato ci segue e si ingrossa senza posa col presente che raccoglie lungo la strada“.

Il tempo quindi ci appare come una sorta di quarta dimensione, che non ci obbliga fatalisticamente a fare cose determinate, ma sicuramente costringe l’uomo a tener conto che esiste un irreversibile processo in avanti all’interno del quale deve giocarsi la sua libertà.

Segnaliamo inoltre una curiosa differenza uomo/donna nell’affrontare questo tema: gli uomini si interrogavano sull’esistenza e sull’oggettività del concetto di tempo, mentre le donne si focalizzavano maggiormente sulla gestione di esso.

Speriamo di avervi fatto spender bene il vostro tempo e vi aspettiamo giovedì prossimo per la serata sul tema della felicità. A presto!

“Il tempo è un grande maestro, ma sfortunatamente uccide tutti i suoi allievi” Hector Berlioz

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