3 Febbraio 2017: Il tempo

tempoPresso la biblioteca di Seriate con 15 partecipanti abbiamo dato avvio a nuovi laboratori di pratiche filosofiche proponendo come prima serata una comunità di ricerca intorno al tema del Tempo. Argomento vastissimo e tra i più indagati nella ricerca filosofica  ci siamo soffermati sull’affermazione Non ho tempo… E chi di noi non si è mai lamentato di avere poco tempo a propria disposizione? Quante volte diciamo: ‘Vorrei tanto fare quella cosa, ma non ho proprio tempo!’ oppure ‘Come vola il tempo…!’ e cose simili? Se poi trasportiamo ragionamenti di questo tipo dalla dimensione di una giornata a quella di una vita, non manchiamo di pensare che gli anni passano in fretta e sono in realtà pochi per quello che si potrebbe realizzare. Eppure tutti abbiamo lo stesso tempo, ma allora perché ci lamentiamo sempre? Che giustificazioni diamo al fatto di dire che non abbiamo tempo?

Partendo dalla lettura di alcuni brani tratti dalle opere di Seneca, il filosofo che ha dedicato a questo tema diverse lettere e il dialogo “De brevitate vitae”, sollecitati a formulare delle domande i partecipanti riuniti in 5 gruppi hanno posto i seguenti quesiti:

  • Come possiamo mettere in relazione il tempo che ci viene richiesto con la possibilità di impadronirci del tempo presente?
  • Ci deve essere una malattia o un disagio per comprendere il valore del tempo?
  • Il tempo dà senso alla vita?
  • Se si prescinde dai fenomeni il tempo ha una natura oggettiva?
  • Abbiamo la sensazione di perdere tempo o in realtà perdiamo il controllo del nostro tempo?

Da questi interrogativi sembra cruciale la questione dell’utilizzo del tempo, ma leggendo Seneca in realtà non è vero che abbiamo poco tempo a nostra disposizione, piuttosto ne sprechiamo moltissimo, quindi dovremmo cercare di dare qualità alla nostra vita, dando valore ad ogni attimo della nostra esistenza e cercando di vivere ogni momento nella maniera migliore. Questo quello che dice il Filosofo, ma il dialogo vivo si è domandato il significato dello “sprecare tempo” non per tutti uguale. Certamente se spostiamo il valore del tempo da quantitativo a qualitativo ci accorgiamo che non è la durata che conta, ma l’uso che se ne fa, uso che è soggettivo. Così come soggettiva è la percezione dello scorrere del tempo: un’ora passata in buona compagnia vola, il tempo mentre aspettiamo il nostro “amato” non passa mai.

kairosxchronosProviamo allora a considerare il tempo non come qualcosa che abbiamo e che in qualche modo dobbiamo “far fruttare” facendone economia, ovvero facendo tanto in poco tempo, ma come qualcosa che esiste nel momento in cui ce lo prendiamo. Spostare l’attenzione dal tempo come un contenitore con un dosatore, al tempo come progetto per fare ciò che ci caratterizza, forse ci aiuta a dare un senso alla nostra vita. Gli antichi Greci per questo avevano due parole per nominare il tempo: Kronos e Kairòs. Mentre la prima si riferisce ad un significato di tempo legato alla logica sequenziale, la seconda significa “un tempo nel mezzo”, un momento di un periodo di tempo indeterminato nel quale “qualcosa” di speciale accade, è il tempo favorevole, del giusto momento, l’attimo da cogliere. Vi sono attività dove il tempo va considerato in modo meccanico e momenti dove il tempo è fluido, è creazione di opportunità.

Questo argomento ha appassionato molto e richiederebbe altre serate, vogliamo almeno concludere con uno degli aforismi distribuiti a fine serata: “La gente si preoccupa unicamente di passare il tempo; chi ha qualche talento pensa invece a utilizzarlo.” (A. Schopenhauer)

Questa voce è stata pubblicata in Laboratorio di pratica filosofica e contrassegnata con . Contrassegna il permalink.

I commenti sono chiusi.