Grazie a tutti i partecipanti della cena filosofica e alla Libreria Terzo Mondo di Seriate!!

Innanzi tutto: un sentito grazie a tutti per la partecipazione alla cena filosofica tenuta presso la Biblioteca Terzo Mondo di Seriate! Allegra partecipazione e ottima cena! Complimenti sia ai partecipanti che allo chef!

L’idea di base era ardita, ovvero, partendo dalla nostra esperienza quotidiana del cibo, cercare di  far emergere il rapporto tra cibo e pensiero. La serata è iniziata con un trionfo di affettati al tagliere e poi carpaccio di magatello di puledro e pinzimonio di verdurine e focaccine e tante altre squisitezze per solleticare il palato e iniziare a prender confidenza con l’argomento. A questo punto ogni gruppo partendo, sia dallo stimolo dei sensi sollecitato dai vari piatti, che da alcuni spunti di riflessione lasciati da noi sui tavoli, ha iniziato a riflettere sul tema della serata ed è arrivato a formulare alcune domande da cui poi si è originata una stuzzicante riflessione condivisa.

E’ davvero curioso come la nostra lingua sottolinei questo ponte tra parola e cibo. Troviamo infatti tantissimi detti e modi di dire, che in qualche modo testimoniano la familiarità di questi due concetti: cibo e pensiero. Quante volte abbiamo sentito espressioni come “fame” d’informazioni, “masticare” un po’ di inglese, “avere sete” di conoscenza per arrivare fino all’espressione più chiara di tutti: “parla come mangi”. Partendo quindi da questa analogia tra cibo e pensiero, abbiamo cercato di far emergere questo legame profondo, legame che per altro distingue l’uomo dagli altri essere viventi. Infatti mentre gli animali si nutrono, l’uomo non si accontenta del semplice nutrimento, ma istituisce col cibo un rapporto principalmente simbolico. Il cibo è quindi un vero e proprio linguaggio in grado di trasformare il semplice atto nutritivo in un fatto simbolico e culturale. I messaggi possono avere significati diversi, ma tendenzialmente, in questo caso trasmettono valori di identità.

  • Identità economica/sociale: offrire cibi preziosi per comunicare la propria ricchezza o posizione sociale
  • Identità religiosa: pensiamo ai simboli del pane e il vino nella religione cristiana, che vanno ben oltre la loro materialità o ad alcune esclusioni alimentari come il maiale nella religione islamica o al complesso elenco di cibi leciti e illeciti nella religione ebraica… in tutti questi casi queste restrizioni o regole alimentari hanno la funzione di rendere ancora più evidente il senso di appartenenza.
  • Identità filosofica: pensiamo alle diete vegetariane o simili.
  • Identità etnica: il cibo come segno di solidarietà nazionale o regionale o di appartenenza ad una famiglia.
  • Identità personale: come forma di cura di sé.

Insomma la dieta alimentare, dal greco, dìaita è una vera e propria regola di vita, è il nostro modo di essere nel mondo e comunica i nostri pensieri e valori. Quindi se è vero che l’uomo è ciò che mangia, è anche vero che mangia ciò che è, ossia alimenti intrisi dei suoi pensieri e della sua cultura.

Questa voce è stata pubblicata in Cena Filosofica e contrassegnata con , . Contrassegna il permalink.

I commenti sono chiusi.