Disputatio sul concetto di Libertà

200px-DisputationAll’interno del panorama dei nostri laboratori filosofici, questa volta abbiamo voluto proporre una disputatio. Ma di cosa si tratta? Nel Medioevo la disputatio era una modalità per confrontare le idee, un luogo per mettere i propri pensieri alla prova, stabilendo, attraverso un dibattito, quali convinzioni dei partecipanti fossero più forti o meglio argomentate. Una vera e propria modalità d’interazione didattica nata circa otto secoli fa. Pietro Cantore nel XII secolo addirittura scriveva “Nessuna verità può essere veramente capita e predicata con ardore se prima non sia stata masticata dai denti della disputa”. E questa metafora che allude al nutrimento è ben formulata in quanto la disputatio veniva vista come un vero e proprio nutrimento culturale in grado di andare a fondo nelle questioni, analizzandole fino alle loro conseguenze più lontane, arricchendo così chi praticava questo esercizio intellettuale. Ma come si svolgeva la disputatio? Il magister, si legge nella cronaca delle dispute condotte da Odo di Ourscamp, discepolo di Abelardo: “siede in cattedra e invita gli studenti a sollevare obiezioni, li aiuta nella formulazione di esse, dirige con sicurezza il succedersi degli interventi, dando poi la soluzione definitiva. Il magister attende con visibile impazienza che gli studenti presentino le difficultates. Una volta si rifiuta di risolvere una difficile questione sulla simonia, un’altra addirittura toglie la seduta rimandandola a un altro giorno”.  Questa energia della discussione prende vita, naturalmente, da un argomento che si sviluppa attraverso due tesi contrapposte, due diversi modi di pensare, due angolazioni per osservare e analizzare la stessa cosa. E nascono da questa bipolarità le argomentazioni dei partecipanti, i loro motivi pro e contra rispetto al problema e alla sua possibile soluzione.

imagesCALHY03NIl tema della serata da noi proposto era quello della libertà, partendo da una frase di Sartre “L’uomo è condannato ad essere libero”. Siamo subito partiti con un breve dibattito a caldo interrogandoci se l’uomo fosse libero o meno e nell’arco di una quindicina di minuti abbiamo chiesto ai partecipanti di decidere da quale “parte” volessero stare: l’uomo è libero o non lo è? Tutti i partecipanti si sono istintivamente schierati da una parte o dall’altra, ciò che non sapevano era che di lì a poco sarebbero stati invitati a sostenere l’esatto contrario di ciò per cui si erano schierati inizialmente. Così chi era convinto che l’uomo fosse libero si è ritrovato in un gruppo a cercare di trovare argomentazioni ed esempi a sostegno della tesi esattamente opposta. Idem per l’altra fazione. Qui di seguito riportiamo tutte le tesi contrarie e a favore prodotte dai due gruppi.

Tesi a favore della libertà dell’uomo

  • Noi abbiamo la percezione di essere liberi e quindi questo pensiero giustifica l’esistenza della libertà. Non è infatti possibile pensare qualcosa che non esiste.
  • Se non ci fosse libertà non ci sarebbe responsabilità di comportamento, con tutto ciò che ne seguirebbe
  • La verifica empirica della possibilità di comportamenti alternativi ci porta a dire che la libertà esiste.
  • Per scegliere è necessaria la volontà, questa presuppone la conoscenza e visto che l’uomo può conoscere è libero.
  • L’uomo è libero perché la mancanza di libertà finisce in determinazione
  • Attraverso la razionalità o la spiritualità l’uomo può slegarsi dalla catena causa ed effetto

Tesi contro la libertà dell’uomo

  • L’uomo non è libero perché è (stato) costretto a vivere da qualcun altro che non è lui stesso. La vita è il più grande vincolo che tocca l’uomo, che lo costringe , è la peggiore condanna: l’uomo non è libero perché è nato e perché deve morire.
  • L’uomo non è libero perché c’è la forza di gravità
  • L’uomo non è libero perché è preda delle sue emozioni
  • La libertà è un desiderio e come tale è la dimostrazione che non esiste
  • L’uomo non è libero perché non riesce a concepire la simultaneità di eventi e concepisce solo rapporti causa/effetto.
  • Non c’è libertà perché l’uomo vive in uno spazio e lo spazio ha regole matematiche che lo limitano
  • L’uomo non è libero perché il contesto e le regole lo limitano

Tutte queste tesi sono state esplicitate ed argomentate nell’arco della serata dai partecipanti che al battletermine del dibattito hanno espresso le loro sensazioni sul processo. Un bell’esercizio dunque che ha sorpreso e divertito i partecipanti, che dopo un primo momento di spaesamento, hanno comunque iniziato a ragionare insieme con “occhi diversi” dal solito e in questo modo si sono riscoperti a fine serata, maggiormente consolidati o vacillanti nelle proprie credenze.

Ringraziamo tutti per l’allegria e l’entusiasmo dimostrato nell’accogliere questo esercizio filosofico, che seppur inizialmente spiazzante, ha il grandissimo pregio, a nostro avviso, di costringerci per qualche ora a calarci nei panni degli altri, provando davvero ad esplorare  nuove tesi, mettendo in gioco il nostro pensiero e la nostra esperienza, ponendoci in modo nuovo rispetto allo stesso tema e aprendo orizzonti di senso inediti. Grazie a tutti e a presto!

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